Più fragili eppure più resilienti
Si diceva che ogni vent’anni ci si potesse aspettare “un cigno nero” che sconvolgesse il mondo e le sue economie.
Ora pare che di “cigni neri” noi ce ne si debba aspettare un paio l’anno.
Dall’attacco alle Torri Gemelle del 11/09/01 siamo passati attraverso numerosi eventi che hanno completamente e profondamente ridisegnato il nostro mondo: cambiamento climatico con fenomeni sempre più estremi, guerre, tsunami devastanti, bocco del canale di Suez, pandemia, crisi economiche sistemiche, repressioni popolari, rischio di guerra totale e nucleare.
In realtà non è una novità ciò che succede, abbiamo scambiato evoluzione economica e tecnologica con evoluzione della specie. La prima è di appannaggio di una ristretta cerchia di fortunati, di cui facciamo parte, la seconda pare inversamente proporzionale al benessere che sembra averci posto in un letargo della coscienza in cui abbiamo scambiato i valori etici con i beni materiali.
La novità semmai sta nel fatto che i normali cicli esistenziali abbiano subito una enorme accelerazione rendendo i cambiamenti frenetici e poco gestibili: siamo nell’antropocene e siamo probabilmente la causa prima dei nostri guai.
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